“Scorcio di Cotignola con ruderi di Palazzo Sforza e Chiesa del Suffragio”, Luigi Varoli, 1952, inchiostro di china su carta, conservato al Museo Civico Luigi Varoli di Cotignola (Portale PatER)

Ecco come Daniele Ballanti, dell’Ufficio Cultura del Comune di Cotignola, presenta Luigi Varoli: “artista dotato di grande carica umana, svolse il ruolo di conservatore delle memorie cotignolesi”.

Il rapporto di Luigi Varoli con Cotignola, sua città natale, è definito da Franco Bertoni “simbiotico”. 

A Cotignola, infatti, Varoli “lavorerà, insegnerà e si dedicherà attivamente alla vita cittadina anche impegnandosi nella realizzazione di opere in cartapesta per le feste folkloristiche”.

Non a caso, il Museo Civico della località in provincia di Ravenna è intitolato proprio al prolifico artista. 

L’artista si era formato all’Accademia di Belle Arti di Ravenna sotto Vittorio Guaccimanni. Lavorò con diverse tecniche e materiali: fu infatti pittore e scultore, ma realizzò anche pezzi in ceramica e in ferro battuto. 

Sempre secondo Daniele Ballanti, “Varoli ha animato la “Bassa Romagna” dal punto di vista artistico culturale; il suo studio è stato una fucina di artisti, la sua opera ha animato la vita civile cotignolese e le sue tradizioni e manifestazioni, in particolare la Segavecchia”. Insomma, un artista che ha dato tutto per la sua terra.