"Busto di Augusto Branzanti", Luigi Maioli, 1889, marmo, conservato presso il Museo d'Arte della Città di Ravenna (Portale PatER)

Lo scultore ravennate Luigi Maioli ha lavorato alacremente per 40 anni nella Città Eterna.

Così si legge nell’abstract dell’articolo di Anna Lisa Genovese sulla produzione scultorea del Maioli negli anni trascorsi a Roma: significative sono “l’esperienza romana dello scultore Luigi Maioli, durata 40 anni, e la sua produzione artistica rimasta nell’Urbe, conclusasi con il dono del proprio busto-ritratto alla Congregazione dei Virtuosi al Pantheon”.

Strettissimo era inoltre il “legame con una clientela dalle stesse origini romagnole e spesso con le medesime idee liberali, sullo sfondo di un’Italia impegnata nel raggiungimento di una identità nazionale“.

Dunque, Maioli, nato a Ravenna nel 1819, visse i turbolenti e stimolanti anni risorgimentali, trovando spesso ispirazione per le sue opere nei protagonisti del Risorgimento stesso.

Ad esempio, suo è il busto che ritrae Tullio Dandolo, rappresentante degli ideali neoguelfi.

Altra figura celebrata da Maioli, è il ravennate Augusto Branzanti (si veda l’opera in copertina), patriota la cui vicenda umana e politica può definirsi quantomeno avventurosa.