
Lo scultore ravennate Luigi Maioli ha lavorato alacremente per 40 anni nella Città Eterna.
Così si legge nell’abstract dell’articolo di Anna Lisa Genovese sulla produzione scultorea del Maioli negli anni trascorsi a Roma: significative sono “l’esperienza romana dello scultore Luigi Maioli, durata 40 anni, e la sua produzione artistica rimasta nell’Urbe, conclusasi con il dono del proprio busto-ritratto alla Congregazione dei Virtuosi al Pantheon”.
Strettissimo era inoltre il “legame con una clientela dalle stesse origini romagnole e spesso con le medesime idee liberali, sullo sfondo di un’Italia impegnata nel raggiungimento di una identità nazionale“.
Dunque, Maioli, nato a Ravenna nel 1819, visse i turbolenti e stimolanti anni risorgimentali, trovando spesso ispirazione per le sue opere nei protagonisti del Risorgimento stesso.
Ad esempio, suo è il busto che ritrae Tullio Dandolo, rappresentante degli ideali neoguelfi.
Altra figura celebrata da Maioli, è il ravennate Augusto Branzanti (si veda l’opera in copertina), patriota la cui vicenda umana e politica può definirsi quantomeno avventurosa.