Uno scrigno di ricordi in un palazzo del Settecento
In Romagna, il nome di Sogliano è indissolubilmente legato al formaggio e alle fosse in cui esso vi è riposto generalmente da fine agosto alla cosiddetta ‘sfossatura’, il giorno di Santa Caterina.
Tuttavia, il cuore del ‘piccolo grandemente amato paese di Romagna’ come disse il suo cittadino onorario Giovanni Pascoli, è rappresentato da Piazza Garibaldi, dove si trova il Palazzo della cultura. In effetti, l’elegante edificio neoclassico Marcosanti-Ripa ospita al suo interno ben sei musei, tra i quali ne spicca uno per originalità: il Museo di arte povera.
Si tratta di un ambiente che, a dire il vero, di ‘povero’ ha solo il nome, poiché è uno spazio adibito a tutto ciò che tratta la cultura a 360 gradi.
La raccolta principale è quella delle cosiddette “carte povere” nate per lo più tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, in piena Belle Epoque, grazie allo sviluppo dellacromolitografia, una tecnica che rese possibile la stampa di immagini piccole, a colori a basso costo e in grandi tirature e che consiste nel disegnare figure con una particolare matita grassa su una matrice di pietra. È il trionfo del colore, dell’Art Déco e del Libery, l’epoca in cui nascono le cartoline, i manifesti pubblicitari, i biglietti d’auguri, le figurine, i santini e i presepi di carta.
La famiglia Parenti colleziona da oltre quarant’anni manufatti di ‘carta povera’ per documentare un’epoca e non permettere al tempo e agli eventi di cancellare un patrimonio tanto prezioso: http://www.museodiartepovera.com/valantine.php
Accanto ai biglietti augurali è infatti possibile sfogliare le pagine in oro puro dei Livre d’Or sui grandi scienziati del mondo occidentale, oppure uno dei libri con cui Silvio Berlusconi omaggiò i capo di Stato intervenuti a L’Aquila durante il G8 del 2009. Ventiquattro chili di peso, copertina in marmo di Carrara, carta fatta a mano, broccati di seta e fili d’oro per la rilegatura: tutti materiali messi a disposizione gratuitamente da 23 maestri artigiani italiani che contengono 26 tavole e 77 scatti di Mimmo Jodice sul l’opera di Antonio Canova.