Svetta tra i tetti della città di Faenza ed è tra i suoi monumenti più antichi
Il campanile di Santa Maria ad Nives è tra i monumenti più antichi di Faenza insieme alla Chiesa stessa e la Chiesa di Santo Stefano in Corleto. Eretto dai Benedettini tra il IX e X secolo utilizzando materiali più antichi, tra cui resti romani, il campanile ha una struttura piuttosto particolare.
Presenta infatti una pianta ottagonale all’interno della quale si snoda una struttura cilindrica. Tra le due vi è una rampa che forma una scala a chiocciola. Sotto la cella campanaria risalente al XII secolo vi è una prima cella, costruita attorno all’anno 1000 poggiante su sei colonnette e coperta da piccole volte. La dedica di tale cella è quella a San Pier Damiano, morto forse nella foresteria del Convento, anche se altre fonti sostengono che morì presso la base del campanile stesso nel febbraio del 1072.
Il campanile andò incontro a molti restauri. Un primo nel ‘400 quando si decise di chiudere le trifore sui quattro lati al fine di aumentarne la stabilità. Nel ‘900 si dovette abbattere un albero di fico cresciuto al suo interno. Il secondo conflitto mondiale non risparmiò neanche questo monumento. Essendo un punto strategico d’osservazione, venne quasi interamente distrutto e poi ricostruito con alcune modifiche, incluso il tetto piatto.
Ultima curiosità: il campanile presenta ben cinque campane risalenti al 1952. La più piccola pesa 147 chili, mentre la più grande pesa 895 chili.
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