
L’artista, recentemente scomparso, ha lavorato “con materiali differenti, come la ceramica, le fusioni in bronzo, le decorazioni murali e le vetrate d’arte”.
Come si legge nella biografia dell’artista sul sito dedicato alla sua produzione, Gaeta ha sempre sperimentato nuove tecniche, nonostante la sua formazione fosse prettamente legata al mondo della ceramica.
L’amore per la ceramica è sicuramente legato anche alla sua città natale, quella Faenza che è crogiuolo di tendenze artistiche innovative e tradizionali contemporaneamente.
Eppure, Gaeta ha trascorso parte della sua giovinezza all’estero, nelle isole del Mar Egeo, senza mai dimenticare la Romagna.
Una volta rientratovi, infatti, si è dedicato all’insegnamento presso la Scuola di Disegno “T. Minardi” e, naturalmente, alla produzione artistica, concentrandosi su soggetti di carattere sacro.
Una delle sue opere più famose e raffinate, in questo senso, è il calice in argento e oro raffigurante le tre virtù teologali, oggi conservato a Rimini.
Le sue opere, tuttavia, non si trovano solamente in Romagna, ma anche in Croazia, Giappone, Arabia Saudita, Canada e Stati Uniti.
In più, oltre che grande sperimentatore in campo artistico, Gaeta ha manifestato interesse anche in un ambito apparentemente differente come l’automobilismo. Egli, infatti, negli anni Ottanta è stato persino navigatore nell’ambito del rally!