
Nato a Faenza nel 1884, lavorò nell’ebanisteria di famiglia e praticò una pittura di stampo naturalista, a stretto contatto con gli ambienti del Cenacolo baccariniano.
Come si legge sul Portale PatER, il dipinto di copertina “ritrae un orto illuminato dalla luce del sole, pieno di foglie e fiori, costeggiato da alcuni alberi e attraversato da un sentiero”.
Un tipico esempio di pittura naturalista, dai caratteri post-impressionisti e post-macchiaioli.
Osservando attentamente l’opera di Golfieri, infatti, ci si rende facilmente conto che essa, come afferma il sito arteromagna.it, risente di una “eredità ottocentesca, tra impressionismo e macchiaioli, ma, nel tempo, si avvicina anche alle ricerche sulla luce e sul colore di Roberto Sella, Giovanni Romagnoli e Filippo De Pisis”.
La passione di Golfieri per la pittura lo portò a collezionare numerose opere d’arte novecentesca.
Queste ultime ebbero un notevole influsso sulla formazione del figlio Ennio, altro insigne protagonista della storia culturale faentina.