
Le opere della pittrice riminese Giovanna Mazzarocchi ritraggono spesso vedute di paesaggio in cui il protagonista assoluto è il colore.
Nata nel 1921, negli anni di formazione la Mazzarocchi entrò in contatto con le tendenze della pittura francese.
Questo la portò ad una riflessione sull’uso del colore: la sua principale fonte di ispirazione furono il post-impressionismo e l’esperienza tedesca conosciuta come Die Brucke.
Ecco perché nelle opere della Mazzarocchi si trova un “paesaggio spesso ridotto ad una zoomata sugli intrecci delle foglie di agave, di vite o di fico“, i quali “prendono corpo a partire da una pennellata corposa e fauve“.
L’opera di copertina rappresenta le acque dell’Adriatico, a noi romagnoli tanto familiari. Essa risale agli anni Settanta, periodo in cui l’artista sperimentò largamente l’utilizzo dell’acquerello, tecnica che ben si presta alla stesura di larghe campiture cromatiche.
La citazione proviene da Pittura in Romagna. Aspetti e figure del Novecento, a cura di C. Spadoni, Il Vicolo, Cesena 2001, p. 240.