"Trittico di Romagna", Gino Ravaioli, 1924, tempera su tela, conservato a Palazzo Romagnoli a Forlì (Portale PatER)

Figura di artista estremamente articolata, Ravaioli ha realizzato ritratti, nature morte e opere di grafica.

Forse l’opera di Gino Ravaioli, riminese, non è particolarmente nota.

Tuttavia, la sua arte presenta una varietà tematica e stilistica notevole e regala diversi spunti di riflessione.

Ad esempio, egli ha voluto ‘condensare’ in “tipi caratteristici“, come lui stesso li chiamava, alcune figure tipiche della sua città natale.

Tra questi, ricordiamo la serie delle macchiette riminesi, “che Ravaioli dipinse nel 1929, e che rappresentava i caratteristici personaggi della città”. Si trattava, come si può notare osservando lo stabbiarolo o il batti-baccalà, di “opere di gusto aneddotico, più che verista, in cui l’aspetto caricaturale prevale su ogni intenzione di analisi sociale e psicologica”. 

Oltre alla pittura, Ravaioli si è dedicato anche alla xilografia. In particolare, egli ha realizzato alcune copertine per la famosa rivista romagnola La Piê.

In copertina, il lettore può osservare uno dei dipinti più celebri di Ravaioli, quel Trittico di Romagna che vuole compendiare in un’unica, grande e fastosa rappresentazione tutte le mille sfaccettature della nostra regione.