"Paesaggio", Gino Mandolesi, 1947-1953, olio su tela, conservato presso la Raccolta d'Arte Moderna della Provincia di Forlì-Cesena (Portale PatER)

“Mandolesi ha saputo estrarre dalla banalità o dalla complessità del quotidiano […] particolari notazioni coloristiche che rendono le sue opere registrazioni di momenti del reale colti con metafisico disincanto”.

Il pittore forlivese Gino Mandolesi si forma a stretto contatto con un’altra grande personalità artistica della sua città: Maceo Casadei.

Trasferitosi a Roma per lavorare presso l’Istituto Luce, Mandolesi “si dedica alla pittura di paesaggio con frequenti escursioni nella campagna“, come si può facilmente notare scorrendo la galleria delle sue opere sul Portale PatER.

Successivamente, vive in Africa come reporter di guerra, per poi rientrare a Forlì con la caduta del fascismo.

Da quel momento “si dedica con intensità alla pittura ed espone soprattutto in ambito locale (a Forlì nel 1951, 1952, 1953 e nel 1954, a Imola nel 1951 e nel 1953, a Cesenatico nel 1953, a Riccione nel 1955)” – come riporta Arteromagna.it – interpretando sempre la realtà con uno sguardo malinconico.