"Paesaggio agreste", Giacomo Vespignani, 1917, olio su compensato, conservato alla Raccolta di Arte Moderna di Lugo (Portale PatER)

Il lughese Vespignani fu un pittore e ceramista molto vicino all’esperienza del Futurismo.

Fin dal titolo, le opere di Giacomo Vespignani catapultano l’osservatore nell’universo dell’arte futurista. Quelle che in altri artisti, infatti, appaiono come placide vedute delle colline e delle montagne della Romagna, in Vespignani risultano paesaggi attraversati da un vero e proprio “ritmo”.

Infatti l’artista, soprannominato “Babaza” o “L’antipratico”, intitolò alcune sue maioliche policrome, che rappresentano paesaggi collinari o montani, Ritmo di colline. Inevitabilmente, l’idea trasmessa al fruitore è quella del dinamismo, instancabile e perpetuo, del Futurismo. Persino la natura, apparentemente immobile, è pervasa, appunto, da un frenetico ritmo. Queste opere possono essere apprezzate in Romagna Futurista, a cura di B. Buscaroli Fabbri, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2006, pp. 126-132.

Negli anni Dieci e Venti, Vespignani lavorò alacremente ed espose in numerosissime occasioni. Una sua mostra personale fu aperta da Filippo Tommaso Marinetti in persona.

Vivendo tra le colline dell’Ardenza, presso Livorno, e la Romagna, si spense a Lugo nel 1941.