
“Dotata di grande compassione antropologica l’arte di Sartelli è sempre stata attenta alle reali cose del mondo”.
Così il portale Arteromagna sottolinea una delle peculiarità della ricerca artistica condotta da Germano Sartelli, scultore imolese.
Nato nel 1925, l’artista ha dapprima appreso l’arte dell’intagno del legno, per poi cimentarsi nell’uso di “materiali poveri o di recupero”, donando loro una seconda vita.
Egli infatti era solito utilizzare “frammenti di reti, lamiere corrose, lattine schiacciate, grovigli di filo di ferro, stracci, carte gettate” – ma anche mozziconi di sigarette e ragnatele – con i quali intonava “un lirico canto alla rinascita“.
Insomma, egli riusciva, con il suo talento, a vedere sempre “la forma delle cose” non solo per come si presentano esteriormente, ma andando ad indagarle in profondità, con gli occhi dell’arte.
Di seguito, ecco un breve estratto di un documentario dedicato alla produzione e al percorso artistico di Sartelli.