
Il pittore Gaspare Mattioli rappresentò in un dipinto ad olio uno dei momenti cruciali della storia di Faenza.
Galeotto Manfredi è un personaggio di rilievo nella storia di Faenza. Egli fu signore della città romagnola dal 1477 e raggiunse questa posizione con l’appoggio persino di Lorenzo de’ Medici.
Tuttavia, la moglie architettò una congiura e, con l’aiuto di quattro sicari, la attuò con successo nel 1488.
Più di tre secoli e mezzo dopo, un altro faentino, Gaspare Mattioli, impresse questo momento, tanto tragico quanto decisivo nella storia della città, sulla tela presentata in copertina.
Lo stile del dipinto è apertamente neoclassico; tuttavia, l’opera e la sua compostezza formale non furono apprezzate da tutti i concittadini di Mattioli.
Questo infatti il duro giudizio di Achille Calzi, poliedrico artista e ceramista, sul dipinto: “quadro… di ben poco pregio, e nel quale l’anacronismo dei costumi neanche è compensato dall’espressione e dal movimento delle figure” (citazione da A. Calzi, A. Messeri, Faenza nella storia e nell’arte, Faenza, 1909, p. 203).