Francesco Gurioli, "Ridracoli com'era", 1978, olio su tela, conservato presso la Galleria d'arte contemporanea "Vero Stoppioni" di Santa Sofia (Portale PatER)

Nei suoi dipinti, Gurioli ha espresso “la sua personale poetica legata alla Romagna, terra generosa e da lui rappresentata con grande intensità e forza espressiva”.

Gurioli ha saputo rappresentare la montagna – e non solo quella romagnola – in tutte le sue sfaccettature.

Ad esempio, nel suo dipinto Ultima neve in Valtellina (Disgelo), “forma e contenuto si rincorrono rivelando e nascondendo al tempo stesso il tema”, quasi a dipingere l’incessante movimento – pur nella sua apparentemente immutabile immobilità – della natura.

Nato nel piccolo borgo di Tredozio, ha iniziato ad esporre nel 1957; successivamente, ha esposto frequentemente con l’amico e collaboratore Neo Massari.

Per usare le parole della critica d’arte ed estimatrice del lavoro di Gurioli, Bruna Solieri Bondi, per l’artista tredoziese “il paesaggio è un diario segreto dei suoi momenti di contemplazione e di meditazione; vi ha scritto pensieri alti, densi di sofferenza, d’emozione, vi ha segnato preghiere che non possono trovare la via delle labbra […]”.