"Sette medici riminesi" (dettaglio), Francesco Brici, 1901, olio su tela, conservato al Museo della Città di Rimini (Portale PatER)

Il santarcangiolese Francesco Brici fu un pittore molto popolare agli inizi del XX secolo.

Dopo essersi formato tra Urbino, Roma, Bologna e Firenze, Francesco Brici, classe 1870, ritornò a vivere in Romagna, precisamente a Rimini.

Qui, raccogliendo l’eredità di Guglielmo Bilanconi, divenne sempre più popolare grazie alla sua abilità. Già in giovane età si era spostato molto, “lavorando presso numerose personalità e corti europee, per personaggi illustri del clero e per la nobiltà e la borghesia cittadina” (la citazione proviene da arteromagna.it).

E proprio l’opera Sette medici riminesi, della quale il lettore troverà in copertina un dettaglio, è testimonianza della fama raggiunta da Brici come pittore della borghesia emergente.

Essa, “quasi una messa in sequenza di ritratti, una sorta di pellicola ante-litteram, è una lucida testimonianza dell’organicità tra committenza e ritrattista”. Con questa originale definizione si presenta l’opera in Pittura in Romagna. Aspetti e figure del Novecento, a cura di C. Spadoni, Il Vicolo, Cesena 2001, p. 227.

L’opera, visibile sul Portale PatER in maniera integrale, rappresenta i colleghi del committente, il dottor Oddo Trozzolini, che con lui si laurearono nel 1901.

Tuttavia, Brici realizzò anche ritratti di genere più intimista. Infatti, “nonostante i numerosi lavori per le personalità altolocate del territorio, si trova a dipingere anche gente umile […]”. Tra queste opere che il portale arteromagna.it ricorda, si veda a titolo esemplificativo Ritratto di vecchia con lume.