Lo scultore ravennate Enrico Pazzi eseguì sculture di rilevanza nazionale e internazionale, operando tra la Romagna e Firenze.
Enrico Pazzi riuscì ad unire, grazie ad una sola opera, due città che tanto hanno ‘rivaleggiato’ a proposito del Sommo Poeta.
Infatti fu proprio lo scultore, ravennate di nascita, a realizzare la famosissima statua di Dante Alighieri posta in Piazza Santa Croce, a Firenze, e visibile nell’immagine di copertina. Il monumento fu presentato alla città nel 1865, in occasione del sesto centenario della nascita dell’Alighieri.
Del 1878 è invece l’opera dedicata a Luigi Carlo Farini. La versione che oggi sopravvive a Ravenna è però quella restaurata, in tempi molto più recenti, da un altro illustre scultore ravennate, Giannantonio Bucci.
La fama di Pazzi si era consolidata, nel frattempo, anche in Europa. Come si legge nella sua biografia sul portale Treccani, già nel 1872, infatti, “lo scultore presentò un bozzetto per […] un grandioso monumento equestre, raffigurante il principe di Serbia Michele Obrenović III […], destinato alla città di Belgrado”. Pazzi ottenne l’incarico e la statua, dal 1882 ad oggi, allieta i visitatori della centralissima Piazza della Repubblica della capitale serba.
Quasi contemporaneamente, si inaugurò, ancora a Firenze, un’altra sua opera. Questa volta si trattava di un monumento raffigurante il Savonarola. La statua ebbe una genesi tanto travagliata quanto la vita del personaggio, ma è visibile ancora oggi: si trova nell’omonima piazza fiorentina.
A seguito di una malattia che lo portò quasi alla cecità, dovette naturalmente ridurre la sua attività di scultore. Si dedicò così ad un altro progetto: la realizzazione di “un Museo civico bizantino, successivamente istituzionalizzato come Museo nazionale, che raccogliesse e conservasse testimonianze materiali dell’arte bizantina” ravennate.
Il Museo vide ufficialmente la luce nel 1885. Pazzi ne fu direttore fino al 1898, quando lasciò l’incarico al suo successore, Corrado Ricci, prima di spegnersi, dopo una vita ricca e intensa, nel 1899.