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La mosaicista Elisa Simoni interpreta le ‘tessere’ musive come un modo per ‘tessere’ legami nella frammentata società postmoderna.

Romagnola doc, la mosaicista Elisa Simoni. Risiede a Ravenna e potremmo definirla romagnola eccellente, poiché è stata recentemente decretata “Lughese Eccellente 2020” da parte dell’Acli di Lugo per il suo impegno artistico, con un occhio sempre rivolto al sociale.

La sua lunga ricerca artistica è infatti sempre stata sostanziata dall’impegno per un’arte portatrice di un messaggio di collaborazione ed inclusione: il mosaico come simbolo della società odierna, sì frammentata, ma in cui ognuno può apportare il proprio contributo, la propria ‘tessera’, per impreziosire il risultato finale. Non è un caso se all’intensa attività artistica la mosaicista ha sempre affiancato l’insegnamento a bambini, ragazzi e ad adulti: il potere dell’arte e del mosaico come mezzo di comunicazione intergenerazionale. 

La vocazione per il mosaico non poteva che derivare ad Elisa Simoni da Ravenna, città in cui ovunque si respira l’atmosfera della grande impresa artistica. Ed è infatti soprattutto nella città del mosaico che la mosaicista ha cominciato e proseguito il proprio percorso di formazione, diplomandosi dapprima presso l’Istituto d’Arte per il mosaico “Gino Severini” e in seguito all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, ove si è anche specializzata. Un’ispirazione e un cammino che l’hanno portata a lavorare con costanza sia nel territorio romagnolo che all’estero: infatti ha ricoperto la carica di Vicepresidente dell’AIMC (l’Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei, con sede al Museo d’Arte della Città di Ravenna) per due mandati, fino al 2010, dopo essere entrata in carica nel 2006, al X Congresso AIMC a Skopje, in Macedonia.

Un esempio della sua arte presente sul territorio è il “Monumento al Donatore di Sangue”, a Lugo, progetto del 2018 la cui decorazione a mosaico è stata coordinata dalla stessa Simoni, ma realizzata anche grazie al contributo della comunità. Da un lato, infatti, il monumento è stato realizzato dall’Associazione culturale “Compagnia dei Musivari”, di cui la stessa Simoni è Presidente, che propone l’arte come mezzo di inclusione sociale; dall’altro, anche i cittadini hanno partecipato concretamente alla realizzazione del progetto, collaborando attivamente alla posa delle tessere.

Inoltre, l’artista ha anche lavorato concretamente all’estero: uno dei suoi progetti più recenti, in questo senso, è stata la realizzazione nel 2019 di un mosaico absidale per la Chiesa di San Michele Arcangelo a Piastow, nei dintorni di Varsavia, in Polonia. Elisa Simoni, infatti, ha spesso consolidato il proprio impegno artistico con una salda visione religiosa: si vedano, come esempio, le sue opere “Reperto di Luce”, “Conversione” e “Abemus [sic] Papam”: il mosaico diviene qui mezzo per ‘tessere’ legami con il trascendente.