L’imolese Claudio Cintoli ha sperimentato le carriere di artista, scenografo, regista e critico d’arte.
Claudio Cintoli “ha scelto l’eclettismo come unico principio guida, toccando tutte le tendenze del suo tempo – nuovo dadaismo, nouveau realisme, Fluxus, pop art, arte povera, iper-realismo, arte concettuale – senza appartenere veramente a nessuna”.
Così il sito web de La Galleria Nazionale presenta la figura di questo singolare artista.
La carriera di Cintoli, avvicinatosi all’arte grazie allo zio, direttore dei Musei Vaticani, si è svolta soprattutto all’estero.
Egli ha lavorato infatti spostandosi frequentemente tra Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti.
Pur strappato precocemente alla vita a soli 43 anni, Cintoli ha potuto sperimentare “pittura, scultura, scrittura critica, muralismo, performance, ready-made, fotografia e video”.
Insomma, un artista a tutto tondo, ma anche uno scrittore.
Egli infatti era solito annotare schizzi, idee, suggestioni nei suoi diari, che oggi costituiscono una importante fonte per comprenderne il pensiero e la sensibilità artistica.