Per omaggiare Dante, durante il periodo fascista il centro urbano di Ravenna va incontro a numerose trasformazioni…vediamone alcune
Nel 1921 correva il VI centenario della morte di Dante. Siamo nel periodo fascista, periodo di cambiamenti urbani e architettonici a prescindere, ma proprio in quest’occasione, il regime volle omaggiare la figura del Somma Poeta a 600 anni dalla sua morte con una risistemazione della zona dantesca, ovvero l’area attorno all’allora Piazza Littorio, oggi Piazza dei Caduti per la Libertà.
Il centro urbano ravennate quindi cambiò fisionomia: la zona del quartiere ebraico, ovvero l’area di Palazzo Rasponi dalle Teste, venne demolito per dare ampio respiro alla piazza. Gli interventi, nel corso degli anni, toccarono anche l’attuale Piazza Kennedy, quella che all’epoca era la nuova piazza del mercato.
Qui, progettato negli anni ‘30 dall’architetto Matteo Focaccia e commissionato dall’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, sorse la Casa del Mutilato. E’ un edificio dalle forme e stile tipicamente fascista: facciata imponente e dalle forme squadrate realizzato con mattoni a vista. L’ingresso, anch’esso imponente, è incorniciato da un atrio a pilastri una volta ornato da sculture.
Un elemento tipicamente fascista è presente anche qui: l’arengo, sulla sinistra guardando l’edificio, ovvero il balconcino tipico per l’affaccio sul popolo. Sopra di esso troviamo il simbolo dell’Associazione, cioè tre baionette circoscritte in una corona di spine. Ai lati la struttura è scandita da finestre e finestrone rettangolari. All’interno del palazzo vi sono splendidi pannelli musivi nel famoso Salone del Mosaico.
Oggi l’edificio è sede di uffici, appartamento ed esercizi commerciali.