Altro esempio di architettura come propaganda del regime
Con il crescere dell’importanza di Morciano (Rimini) dal punto di vista del commercio di sementi e bachi da seta, la città necessitava di un Municipio adeguato al nuovo ruolo dell’abitato, municipio che sorse a partire dal 1929. Bello ed elegante, il palazzo municipale si contrappone all’adiacente Casa del Fascio, dalle forme minimalista.
L’erezione di case del fascio durante il ventennio del regime era pratica diffusa: erano edifici che individuavano le sedi locali, dislocate nei comuni d’Italia, del Partito Nazionale Fascista (come la Casa del Fascio a Predappio). A Morciano la Casa del Fascio si presenta in posizione angolare, ovvero all’incrocio tra due strade.
Da un lato, la Casa si presenta con 5 portici a cui corrispondono, al piano superiore, cinque finestre. Quella centrale è incorniciata da un riquadro bianco e si affaccia su un balcone decorato con un bassorilievo. La decorazione presenta una scena di vita contadina, ovvero due donne intente a raccogliere frutta e verdura, e due uomini che lavorano la terra con un aratro legato a un bue. Sull’altro lato vi sono solo due portici divisi da un’ apertura rettangolare e verticale, e solo due finestre.
La facciata è razionale e monumentale e presenta una scritta voluta dallo stesso Mussolini: “Non ci sarebbe la marcia su Mosca, marcia che sarà vittoriosa, se 20 anni prima non ci fosse stata quella su Roma ”. Dedica e architettura a totale sostegno del regime.