
Boifava, pur essendo nato a Ghedi, in provincia di Brescia, si trasferì a Forlì e in Romagna proseguì la sua carriera artistica e trascorse il resto della vita.
“I Forlivesi incrociano ogni giorno una delle sue opere più importanti: si tratta dei quattro altorilievi che l’artista scolpì per il monumento ai Caduti della Prima guerra mondiale realizzato nel 1932 nel piazzale Della Vittoria” (fonte Forlipedia).
Boifava aveva già precedentemente realizzato altri monumenti ai Caduti: a Rimini (1923), a Ghedi (1924) e a Santarcangelo (1926). Già da tempo, però, si era trasferito a Forlì: sin dal 1916, anno in cui era giunto in città per l’arruolamento militare. Da quel momento, rimase in Romagna tutta la vita.
Partecipò anche all’esperienza del Cenacolo Artistico Forlivese, fondato su iniziativa di Giovanni Marchini. Boifava ritrasse lo stesso Marchini in una scultura bronzea ancora oggi conservata a Palazzo Romagnoli.
Il forlivese d’adozione non fu immune al fascino esercitato dalla figura di Dante Alighieri. Vediamo infatti il Sommo Poeta rappresentato nell’opera presentata in copertina.
In più, sullo sfondo, dietro al tipico profilo ‘aquilino’ di Dante, si può facilmente notare la facciata della famosa abbazia di San Mercuriale in Piazza Saffi a Forlì. In questo modo, Boifava ha voluto celebrare il connubio tra Dante e Forlì, città in cui il Sommo Poeta risiedette.
Il bresciano e il fiorentino, in fondo, avevano qualcosa in comune: entrambi trovarono nell’ospitalità della Romagna una seconda patria.