Eretto per celebrare l’elezione a papa di Lorenzo Ganganelli, l’arco sorgeva sull’allora tracciato delle via Emilia a Santarcangelo
Nel 1769 il santarcangiolese Lorenze Ganganelli, allora cardinale, fu eletto pontefice della Santa Sede con il nome di Clemente XIV, un evento sicuramente degno. Nel 1772 infatti, su progetto dell’architetto ufficiale della Santa Sede, l’imolese Cosimo Morelli, cominciarono i lavori dell’arco monumentale chiamato appunto Ganganelli.
La struttura è tipica dei classici archi di trionfo. Realizzato in mattoni a vista, l’arco ha semi-colonne in pietra sporgenti dalla facciata e poggianti su uno pseudo basamento a rilievo. Originariamente sulla sommità dell’arco doveva svettare una statua in marmo del pontefice nell’atto della benedizione. Poi i progetti cambiarono e si decise di abbellire l’opera con un grande stemma pontificio. Ma l’idea della statua papale non andò perduta. Infatti dal disegno di tale statua Canova realizzò un’opera oggi conservata al sepolcro del Papa nella Basilica dei Santi Apostoli a Roma.
Fino al 1989 sotto l’Arco passava la via Emilia. Una volta l’arco sembrava ancora più imponente in quando sorgeva quasi isolato rispetto al centro, ma oggi è perfettamente inglobato nel tessuto urbano sorgendo proprio su Piazza Ganganelli.
Un’ultima curiosità vuole che per la festa di San Martino, l’11 novembre, si appenda un imponente trofeo di corna bovine. Essendo tale giorno dedicato ai “becchi” ovvero cornuti, leggenda vuole che se le corna si muovo al passaggio sotto l’arco, allora è il caso di dubitare della fedeltà del partner…