
Antonio Rocchi è stato un indiscusso protagonista della scena artistica della città italiana del mosaico per eccellenza, Ravenna.
Rocchi, ravennate doc classe 1916, è nato nel quartiere San Biagio. Lì ha trascorso tutta la vita, trovando nella città del mosaico per antonomasia ispirazione costante per le sue opere musive.
Prima ancora che pittore Rocchi è stato mosaicista, per vocazione e come destino.
Come spiega Franco Gàbici nella prefazione al Calendario artistico 2022 dedicato proprio all’artista in questione, “il primo esempio del Rocchi mosaicista è la realizzazione nel 1940 […] del “Giulio Cesare a cavallo” che ancora oggi si può ammirare nel grande salone del Palazzo del Mutilato a Ravenna“.
Impegnato, negli anni tragici del secondo conflitto mondiale, nelle file della Resistenza, ha successivamente lavorato anche per la salvaguardia del prezioso patrimonio artistico di Ravenna. Egli ha infatti partecipato al restauro dei mosaici ravennati, inestimabile Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
In copertina un magistrale esempio della perizia tecnica e della sensibilità dell’artista.
Come si legge sul Portale PatER, “un uccello fantastico sembra avanzare verso un piccolo albero, in un paesaggio notturno animato da bagliori e riverberi di luce”.
L’artista ‘catapulta’ così l’osservatore in “un mondo favoloso e onirico, popolato da presenze che emergono a frammenti disarticolati”.