Ogni località ha i suoi eroi e i suoi fantasmi e uno degli insediamenti più antichi della nostra regione vanta un carro fantasma appartenente a Malatesta da Verucchio.
All’inizio del XIII secolo, Malatesta detto il Centenario fu il capostipite della celebre casata malatestiana; di lui parlò perfino Dante Alighieri nella Divina Commedia, chiamandolo “Mastin vecchio” (Inf. XXVII vv. 46-48).
Il Sommo Poeta ricorda che Malatesta e il figlio Malatestino I, il “Mastin nuovo”, nel 1295, fecero imprigionare e uccidere Montagna di Parcitadi, capo della fazione ghibellina riminese, una volta passati alla fazione opposta dei guelfi: «E il Mastin Vecchio e il Nuovo, che fecer di Montagna il mal governo, là dove soglion fan d’i denti succhio.»
Lo stesso Malatestino I fu ritenuto dall’Alighieri responsabile dell’omicidio dei due migliori di Fano (Inf. XVIII, vv. 76-84).
Tra i reperti risalenti alla prima Età del Ferro, ci sono molte bardature di cavalli e resti di carri antichi appartenenti ai defunti di 1200 anni a.C.
Probabilmente questi antichissimi ritrovamenti hanno influenzato la fantasia popolare che ha visto nel carro un simbolo di raccordo tra la vita e la morte. La tradizione, infatti, dice che nelle notti d’inverno, lungo le strade di Verucchio, sia possibile vedere il carro di Malatesta il Centenario trainato da buoi e carico di strumenti di tortura.
Tutti peraltro sono concordi nell’affermare che lo sventurato che lo avvisti è destinato a finire miseramente i suoi giorni di morte violenta.