Copertina della guida pubblicata a Ravenna in occasione del VI centenario di morte di Dante Alighieri (foto Silvia Togni)

Considerata la prima donna dandy d’Europa, ribelle e lesbica dichiarata fece scandalo nella sua città natale, Ravenna, dove però si impose anche come la prima dantista femminista d’Italia.

Rivoluzionaria fin dal modo di vestire in abiti da uomo, con feltro e cravatta, il 9 maggio 1920, con fare deciso e voce roca, Cordula comincia a recitare il più arduo dei canti della Divina Commedia, il XXXIII del Paradiso, di fronte ad una platea prettamente maschile.

La trattazione della lode alla Vergine suona come una dichiarazione d’amore nei confronti della contessa Eugenia Rasponi, con cui la poetessa guerriera vivrà per 40 anni, prima a Ravenna poi a Roma, fino alla morte della nobile ravennate.

Nata nella città romagnola nel 1885 in una famiglia di piccoli commercianti, Cordula Poletti si laurea nel 1907 con Giovanni Pascoli presso l’Università di Bologna con una tesi sul Carducci. 

Nonostante il matrimonio ‘di facciata’ con uno schivo amico d’infanzia, il direttore della Biblioteca Classense Santi Muratori, non rinuncia mai al cognome da ragazza, rifiutando così la mentalità borghese in cui è cresciuta.

Coltissima e istrionica, viene aspramente criticata per le relazioni lesbiche che intrattiene con la scrittrice Sibilla Aleramo e la celebre attrice lombarda Eleonora Duse, tuttavia riesce ad incantare per la sua sensibilità letteraria noti dantisti di inizio Novecento come don Giovanni Mesini.

La relazione con la Aleramo era iniziata nell’aprile 1908, al Congresso nazionale delle donne italiane (CNDI), condividendo le stesse idee femministe. Innamorandosi perdutamente di lei, Sibilla aveva infatti abbandonato prontamente il suo compagno di vita.

La sua visione anticonformista segue probabilmente le orme di un’altra nobile ravennate, Gabriella Rasponi Spalletti; questa, tra le altre opere, ricopre anche il ruolo di presidente del Consiglio nazionale delle donne italiane, sostenendo il suffragio universale e istituendo un Comitato di sostegno per le vittime del terremoto di Messina del 1908, tanto da ricevere dalla regina Elena l’incarico di tutrice di minori. Gabriella è la sorella di Eugenia che diventerà la compagna di vita di Lina fino alla morte.

La sua intransigenza in tema di pari dignità tra uomini e donne, la rende una figura di primo piano e di assoluta avanguardia nell’ambito dei diritti gay, inserendosi nel solco della più nobile tradizione classica.