Fra i monumenti simbolo della città, è conosciuto in tutto il mondo per i suoi splendidi mosaici
Le 570 stelle dorate che rivestono la cupola dal blu intenso di questo edificio hanno affascinato per secoli visitatori di tutto il mondo, rendendolo uno dei monumenti più importanti della tarda antichità giuntoci intatto sino ai giorni d’oggi.
Sorella dell’imperatore Onorio, Galla Placidia fece erigere questa costruzione a croce latina attorno al 425-450 come proprio luogo di sepoltura anche se in realtà il mausoleo non fu mai utilizzato in tal senso poiché l’imperatrice morì e fu sepolta a Roma nel 450.
Situato nei pressi della Basilica di San Vitale, l’aspetto semplice e modesto dell’edificio lo fa apparire all’esterno come una chiesa di campagna; in origine fu costruito come collegamento al lato meridionale della chiesa di Santa Croce fatta erigere anch’essa per volere di Galla Placidia nel secondo quarto del V° secolo. Pare che in realtà però il mausoleo fosse intitolato a San Lorenzo, raffigurato in una decorazione musiva nella lunetta sopra l’ingresso, anche se una testimonianza del IX° secolo parla di una dedica a San Nazaro.
Nel 1540 il pavimento marmoreo dell’edificio subì un intervento di restauro mentre ai primi del 1600 il monumento voluto dall’imperatrice Galla Placidia venne staccato dalla vicina chiesa, isolato quindi dal contesto in cui era sorto.
Secondo una tradizione diffusa soprattutto nell’Italia settentrionale, il paramento murario del mausoleo è realizzato con mattoni corti e grossi intercalati da uno strato di calcio di 2 cm di spessore. Interrato di circa 1metro e mezzo, l’edificio non si può purtroppo ammirare nelle proporzioni originarie che lo rendevano sicuramente più slanciato di quanto lo sia attualmente. Ad eccezione della facciata, che un tempo era interamente rivestita di marmi e collegata come già detto al nartece di Santa Croce, i lati del monumento sono percorsi da lesene che ne alleggeriscono la forma.
L’interno dell’edificio sacro è caratterizzato da decorazioni a mosaico che hanno contribuito a far sì che il mausoleo entrasse di diritto fra i monumenti patrimonio mondiale dell’Unesco. La parte inferiore delle pareti è rivestita da marmi mentre quella superiore presenta mosaici che ricoprono pareti, archi, lunette e cupola. Proprio quest’ultima, su uno sfondo blu indaco illuminato da centinaia di stelle dorate disposte in cerchi concentrici e che diminuiscono di grandezza man mano che ci si avvicina al centro, ospita una croce latina con il braccio lungo rivolto verso est.
Ai 4 angoli della cupola si trovano gli esseri viventi dell’Apocalisse raffigurati sotto forma di leone, vitello, uomo e aquila tutti realizzati con i colori dell’oro e con il busto e la testa che emergono da un banco di nuvole stilizzate. Nei lunettoni sottostanti si trovano gli Apostoli, rappresentati in piedi e con il braccio destro alzato su uno sfondo blu scuro che man mano digrada verso le tonalità del verde e del giallo. Fra gli Apostoli si riconoscono bene San Paolo, con la barba appuntita e la fronte calva, e San Pietro che tiene in mano le chiavi del regno dei cieli.
Fra le decorazioni più interessanti dell’interno vi sono quella della lunetta posta di fronte l’ingresso in cui compare un personaggio vestito di bianco, identificato spesso come San Lorenzo, mentre si dirige verso una graticola avvolta dalle fiamme mentre dalla parte opposta vi è il buon pastore: in un paesaggio idilliaco di rocce e alberi si staglia la figura di Cristo vestito di abiti dorati e color porpora. Questa rappresentazione indica una svolta importante nell’iconografia cristiana poiché Cristo, raffigurato in precedenza con indosso una tunica corta, viene ora presentato con abiti imperiali per via dello stretto contatto venutosi a creare nel periodo di Galla Placidia fra Ravenna e Costantinopoli.
A commissionare il mausoleo fu certamente Galla Placidia ma è altrettanto probabile che a suggerire all’imperatrice una decorazione così complessa e articolata come quella che si ritrova all’interno dell’edificio sia stato San Pier Crisologo, suo consigliere e teologo. Si ritiene inoltre che alla realizzazione di questa decorazione musiva di così alto livello tecnico abbiano partecipato maestri giunti da Costantinopoli coadiuvati da maestranze locali in virtù di quel collegamento artististico fra la città ravennate e quella sulle rive del Bosforo.
L’esterno della costruzione è in netto contrasto con la ricchezza della decorazione dell’interno impreziosita ancora di più dalla luce che filtra attraverso le finestre di alabastro: entrando infatti nel mausoleo si rimane stupefatti dalle forme e dai colori dei mosaici oltre che dagli accorgimenti illusionistici adottati come nel caso del cielo che appare lontano e infinito per il senso di profondità dovuto ai cerchi concentrici che si restringono.