Il marmo proconnesio è una delle varietà di marmo bianco più utilizzate nell’Impero Romano a partire dal I sec. d.C., infatti è uno dei primi marmi segati a lastre.
Ne esistono due varietà, una statuaria utilizzato soprattutto a Costantinopoli ed uno con le sfumature a bande più marcate utilizzate per lo più per rivestimenti, come nel caso della Basilica di San Vitale del VI secolo a Ravenna.
La cava di questo marmo si trova nell’isola di Proconneso, nel Mar di Marmara, tratto di mare che collega l’Egeo col Mar Nero.
Dall’odore bituminoso se scalfito o fratturato, questo marmo è fondamentalmente di colore bianco, ma sfumato di grigio con evidenti venature bluastre e cristalli grandi.
Nel IV secolo era uno dei marmi meno costosi nell’elenco dell’Editto dei prezzi di Diocleziano, quindi ampiamente impiegato negli edifici ravennati, quando la città era capitale dell’Impero Romano d’Occidente.
Delle ventisei varietà di marmo presenti all’interno di San Vitale, questo presenta effetti coloristici molto particolari, tanto da attirare l’attenzione delle truppe di Carlo Magno che ne portarono numerose lastre ad Aquisgrana, per rivestire la celebre cappella palatina, inaugurata nell’804 d.C.