Fontana Ardea Purpurea
ali spiraliformi e affusolate della fontana Ardea Purpurea in Piazza della Resistenza a Ravenna (Shutterstock)

Da Beirut a Ravenna per celebrare la rinascita dopo la distruzione come simboleggia l’Araba Fenice

Sorge al centro di Piazza della Resistenza a Ravenna la fontana Ardea Purpurea, opera del mosaicista ravennate Marco Bravura, autore anche di altre fontane mosaicate in Romagna.

L’opera nasce originariamente in Libano, nel 1999, precisamente a Beirut dove l’artista ravennate aveva realizzato una fontana simile ma di dimensioni più ridotte. Nel 2004 lo stesso progetto viene eseguito a Ravenna, ma in scala maggiore. Infatti la fontana è alta 12 metri e ricorda la forma del DNA umano. Le parti principali sembrano due ali spiraliformi e affusolate che si stagliano in cielo. Sono ricoperte di tessere di mosaico brillanti e dorate. Man mano che si sale verso l’alto i materiali sono più preziosi e leggeri, quasi un tendere alla leggerezza e immortalità.

L’iconografia richiama principalmente il mondo mediterraneo e le antiche lingue orientali. Vi troviamo infatti caratteri dell’alfabeto fenicio, parole in sanscrito, greco e aramaico e simboli del giudaismo. Vi sono anche croci fiammate e celtiche, unite a simboli dell’infinito e scarabei egizi, fiori di loto e simboli giapponesi. Le tessere sono tasselli di smalti e ceramiche colorate. Al centro delle due ali si crea un “vuoto” che ha la forma dell’otto rovesciato, ovvero il simbolo dell’infinito. A terra, dove le ali si uniscono, zampilla l’acqua, fonte di vita, al centro di un labirinto.

Oltre alla bellezza della fontana, la simbologia che evoca è forte a partire dal nome stesso. Ardua Purpurea altro non è che un altro nome dell’Araba Fenice, uccello mitico che risorge dalle proprie ceneri. Così come l’Araba, anche Beirut è risorta dopo la devastazione della guerra aprendosi a una nuova vita. Così come le tessere di mosaico, per diventare tali devono essere distrutte per creare una nuova forma d’arte.