
Il romagnolo Andrea Costa, nato a Imola nel 1851, è stato il primo socialista eletto deputato al Parlamento italiano, fondatore de “L’Avanti!” ed è considerato l’apostolo del socialismo, come recita una targa presso la sua casa natale.
Seguace delle teorie del russo Bakunin, fu autore del celebre strappo dagli anarchici che lo portò ad essere il primo socialista eletto al Parlamento, dieci anni prima della fondazione dello stesso Partito Socialista. Celebri i suoi rapporti con Anna Kuliscioff, Filippo Turati, Giosuè Carducci e le sue lotte in nome della libertà e della giustizia sociale. Ancora oggi sono di grande effetto le sue parole davanti al tribunale di Bologna che lo accusava dell’insurrezione del 1874 e la prolusione tenuta nella sua Imola la notte del 31 dicembre 1899, all’alba del secolo nuovo quando avrebbero dovuto prosperare “lavoro, libertà, giustizia e pace”.
Tuttavia, il 1° maggio 1903, il Comune di Imola dona quale Ricordo alle alunne delle Scuole Elementari una specie di decalogo stampato su di un semplice foglietto in stile liberty, redatto dallo stesso Costa che, evidentemente, aveva imparato dal suo maestro Carducci lo stile agile e asciutto e la sintesi concettuale.
Costa aveva infatti acquisito la capacità di modulare il registro del proprio discorso secondo le sue interlocutrici, delle bimbe delle classi elementari; così, si rivolge a loro con un ‘tu’ amichevole e affettuoso, mantenendo alto l’obiettivo pedagogico ed evitando falsi paternalismi.
«Ama le compagne di scuola, che saranno le compagne di lavoro di tutta la vita. Ama lo studio, che è il pane della mente; e sii grata a chi t’insegna come a tuo padre e a tua madre. Santifica tutti i giorni con qualche azione utile e buona, con qualche atto gentile.
Onora gli uomini migliori, rispetta tutti; non curvarti a nessuno. Non odiare, non offendere, non vendicarti mai; ma difendi il tuo diritto e non rassegnarti alla prepotenza.
Osserva e medita per conoscere la verità; non credere ciò che ripugna alla ragione; non lasciarti ingannare, non ingannare gli altri. (…) Augura il giorno in cui tutti gli esseri umani, uomini e donne, cittadini liberi di una patria sola, vivano in pace e giustizia, fraternamente.»
Una splendida lezione di educazione civica, attuale oggi come 120 anni fa.