"L'Alchimista", Carlo Zauli, 1951, maiolica policroma, conservata al Museo Carlo Zauli a Faenza (Portale PatER)

“Carlo Zauli è considerato indiscutibilmente uno dei ceramisti scultori più importanti del novecento”.

Così si legge nella biografia dell’artista sul sito dedicato alla sua produzione. E, scorrendo l’elenco di tutti i musei e le collezioni in cui oggi si trovano le opere di Zauli, ce ne si rende immediatamente conto.

Nato a Faenza nel 1926, Zauli si è formato sotto la guida di artisti del calibro di Domenico Rambelli. Ha inoltre collaborato, dopo la tragica esperienza della deportazione in un campo di lavoro durante la Seconda Guerra Mondiale, con il poliedrico scultore Angelo Biancini.

Proprio grazie al contatto con i più versatili artisti del suo tempo, Zauli è entrato ben presto in contatto con le più innovative tendenze artistiche dell’epoca, in particolare nel campo ceramico.

Numerosissime sono le opere realizzate dall’artista utilizzando la tecnica più tradizionale di Faenza: la ceramica. Tuttavia, il suo percorso artistico lo ha portato presto a sperimentare nuove vie: già all’inizio degli anni Sessanta, infatti, può essere definito “scultore di vasi“, mentre alla fine della stessa decade è a tutti gli effetti scultore.

L’opera presentata in copertina fa parte della vastissima collezione disponibile sul Portale PatER. Essa testimonia “un forte legame nei confronti della cultura ceramica della sua città e parallelamente una volontà di superamento della stessa”. 

Nonostante, come già sottolineato, le opere di Zauli siano conservate in tutto il mondo, il fulcro museale che raccoglie la sua produzione si trova in Romagna.

Il Museo Carlo Zauli si trova infatti “a Faenza, in pieno centro storico, all’interno dei locali che furono dal 1949″ la sede del laboratorio dell’artista. Esso rappresenta un patrimonio unico, a disposizione di tutta la cittadinanza, per il nostro territorio.