La Cattedrale delle foglie, a Cesenatico dal 2012

“Vivere è un respiro che sta chiuso anche in una foglia” sosteneva Tonino Guerra, poeta e sceneggiatore di Santarcangelo di Romagna.

Lo scultore del ferro ravennate Aurelio Brunelli ha realizzato sette grandi foglie disegnate dal santarcangiolese, ritagliate da lamine d’acciaio cor-ten, alte oltre tre metri e del peso di oltre due quintali.

Esse rappresentano il fico, l’olmo, l’olivo, la quercia, la foglia di fantasia, il cerro e la pawlonia: un giardino di alberi antichi che, con le loro radici in terra, ci offrono i frutti del futuro.

Le foglie sono disposte ad anfiteatro e da qui viene l’appellativo di ‘cattedrale’ che rimanda al carattere quasi religioso del rapporto tra uomo e natura, per il nutrimento del corpo e dell’anima.

Tonino Guerra ha progettato la Cattedrale delle Foglie come un santuario della bellezza dove i visitatori possono soffermarsi e riflettere sul valore della natura, per amarla e rispettarla.

Tutt’intorno sono stati messi a dimora un pero di San Paolo, un pero campanello, un pero moscatello, un pero cocomerino, un pero di San Giovanni, un pero bucarino, un pero Rossino, un melo rosa di Coriano, un melo Righetta delle Balze, un melo di Para, un mandorlo, un olivo di Diolo, un fico, un susino di Purocielo, un cotogno di Faenza, un melograno verde di Russi e un pero del perdono.

Quest’ultimo prende il nome dal fatto che matura tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, a ridosso dunque della festa del perdono, istituita il 2 agosto da San Francesco d’Assisi quando, nel 1216, mentre pregava alla Porziuncola, fu visitato da Cristo e dalla Madonna ai quali chiese che ogni persona, pentita e confessata, che pregava in quella chiesa, fosse liberata da tutte le proprie colpe.

La scelta di questo luogo ha l’obiettivo di dimostrare che i frutti antichi sono molto resistenti alle avversità e riescono a vivere anche in zone dove la salsedine marina mette a dura prova le piante.