Statua di Maurizio Bufalini di fronte alla Biblioteca Malatestiana di Cesena

Nato nel 1787 a Cesena, nel 1803 iniziò a frequentare le lezioni di medicina di Michele Rosa sostenitore della Vis medicatrix naturae, la natura medica, secondo cui il corpo possedeva capacità di auto-guarigione.

Per guarire il malato, il medico doveva individuare le cause della malattia e rispettando e assecondando le leggi della natura.

La sua preparazione gli permise di iscriversi direttamente al secondo anno di Medicina all’Università di Bologna nel 1805, dove apprese molte nozioni accademiche, che sconfessò tornando, verso la fine del 1810, a Cesena per riabbracciare le teorie dei suoi maestri.

Da questo momento in poi intraprese la sua battaglia più importante: quella contro il vitalismo. La vita, infatti, secondo Bufalini, era un fenomeno complesso che poteva essere capito solo con l’osservazione e lo studio attento, essendo il risultato di processi fisico-chimici della materia organica.

Nel 1819 pubblicò i Fondamenti di Patologia Analitica, in cui sottolineava l’importanza di conoscere il decorso di una malattia per riuscire a guarirla: «L’ignoto non si conosce che osservandolo».

Prima della sua morte avvenuta nel 1875, dovette sopportare anche le accuse di Filippo Pacini, il quale riteneva che il metodo Bufalini fosse troppo empirico, in quanto negava qualsiasi principio a priori e accettava solo ciò che derivava dall’esperienza (a posteriori).

Il 6 dicembre 2019, il Comune di Cesena ha aperto Casa Bufalini, dimora natale del celebre medico, in qualità diluogo di produzione culturale, officina creativa, centro di formazione permanente per professionisti e giovani imprenditori.