
Alberto Sughi ha dedicato tutta la sua ricerca artistica a temi come la solitudine umana e la malinconia, trovando una inesauribile fonte di ispirazione nella Divina Commedia.
La presentazione che troviamo sul sito arteromagna.it inquadra perfettamente tutta la complessa produzione pittorica di Sughi.
Nato a Cesena nel 1928, ha studiato da autodidatta, per poi lavorare in collaborazione con i concittadini Luciano Caldari e Giovanni Cappelli.
Tutta la sua ricerca artistica si è concentrata sulla comprensione profonda delle motivazioni che portano “al malessere interno dell’uomo e della società“.
E quale opera avrebbe potuto fornire a Sughi migliore spunto per riflettere sul dolore, sulla sofferenza e sul male che sembra prendere il sopravvento sulle debolezze dell’essere umano?
L’acquerello presentato in copertina fa parte di una serie di opere – ancora poco note – che il Sughi ha dedicato alla sublime Commedia dantesca.
Sughi si è ispirato alle scene più intense e dense di significato del capolavoro del Sommo Poeta. Numerosi sono i personaggi che popolano le stampe dell’artista: dai celeberrimi Paolo e Francesca, fino a Farinata degli Uberti, passando per Brunetto Latini.
Il viaggio di Dante, così, è compiuto: dalla discesa agli Inferi fino alla contemplazione di Dio.
La complessa e ricchissima produzione del Sughi è oggi conservata e valorizzata dall’Archivio Sughi, istituito a Forlì dall’artista stesso, prima di spegnersi nel 2012.