Negli ultimi tempi, forse in ragione del momento di crisi e decadenza generale, imperversa la passione per i luoghi in rovina, conosciuta col nome di “abandonalism”.
Negli anni Trenta del secolo scorso cominciano a comparire lungo la costa del ravennate le colonie per le vacanze dei bambini. A Marina di Ravenna, per esempio, che nel 1930 aveva abbandonato l’originario nome di Porto Corsini, sorge la Colonia marina dei Fasci di Ravenna nel 1934. Poco lontano, a Punta Marina, viene realizzata la Colonia O.N.F.A. (Opera Nazionale Figli degli Aviatori), ma è verso Cervia che vengono costruiti gli edifici più imponenti.
Tra questi, la Colonia Montecatini, successivamente conosciuta come Colonia Monopoli di Stato, inaugurata nel 1939, che poteva ospitare fino a 1500 bambini ogni anno. Non troppo distante, si trova la famosa ex Colonia Varese “Costanzo Ciano”, progettata da Mario Loreti del 1937 e costruita l’anno seguente sulla spiaggia di Milano Marittima dalla Cooperativa Muratori & Cementisti (CMC) di Ravenna per conto della Federazione dei Fasci della provincia di Varese. Sorta tra la pineta e il mare, con un disegno architettonico che ricordava un velivolo, la colonia era preposta alla cura dei bambini affetti da malattie quali tubercolosi, rachitismo e scrofola e poteva così forgiare i loro corpi in maniera adeguata e seguendo un regolamento rigidissimo. Quando i genitori andavano a trovare i loro figli, per esempio, non era loro permesso di entrare nella colonia e li potevano salutare solo attraverso la recinzione perimetrale.
Nei primi mesi del 1944 la colonia fu presa dai tedeschi che la adibirono a prigione e ospedale, dipingendovi cinque grandi croci rosse, tre sul tetto e due nella parte a mare.
Una volta caduto il Fascismo, questa sorta di cittadella posta su un lotto di circa 61.000 metri quadri e con una superficie coperta di 4.300, venne abbandonata a se stessa, come le precedenti.
La Colonia Varese divenne il set cinematografico di due film: nel 1970 Marcello Aliprandi girò “La ragazza di latta” ed in seguito, nel 1983, Pupi Avanti la scelse come scenografia del film horror “Zeder”, sceneggiato insieme al fratello e a Maurizio Costanzo.
Dagli Anni Novanta, è posta sotto la competenza della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali; tuttavia, dal 2014 ad oggi si sono susseguiti svariati crolli e la struttura ora risulta pericolante e inghiottita dai rovi, come tante altre ex colonie del litorale romagnolo.
Ciononostante, questo edificio decadente ha affascinato artisti, fotografi e video-maker di mezzo mondo, al punto da essere inserito, assieme ad altre ex colonie di Cesenatico, nel sito www.decadence-urbex.com, con tanto di video girato da Alessandro Bugani nel 2015 sull’incredibile storia di Josè, un senzatetto di origini portoghesi che ha ricavato al suo interno un alloggio confortevole e accogliente, nei limiti delle sue possibilità.