
Nel luglio del 1490 un frate bagnacavallese, Giovanni Battista Marabesi, reduce da un lungo pellegrinaggio in Terra Santa, si presenta agli anziani del suo Comune offrendo alla pubblica venerazione l’immagine di una Madonna col bambino.
Questa, infatti, sulla via del ritorno avrebbe compiuto prodigi e protetto dalle avversità il pellegrino e i suoi compagni di viaggio.
Da quel momento la “Madonna di Gerusalemme” viene considerata protettrice della città ed è custodita nella chiesa di San Francesco.
L’immagine sacra, probabilmente un dipinto di scuola fiamminga della fine del XV secolo, viene sistemata su un apposito altare con due sportelli lignei raffiguranti rispettivamente San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio da Padova.
Tradizionalmente essi sono attribuiti al pittore Nascimbene Beltrani, documentato intorno al 1491.
Una trentina di anni dopo, sul lato degli sportelli mostrato ai fedeli ad ante chiuse, vengono realizzate quattro tavolette con l’Annunciazione, la Natività e l’Adorazione dei Magi, opera di un artista romagnolo vicino alla scuola di Bartolomeo Ramenghi.
In seguito alla costruzione di una cappella per la Madonna di Gerusalemme, iniziata nel 1667, l’assetto dell’altare subisce drastiche trasformazioni, tanto che sul alla fine del XVIII secolo le due ante sono sostituite con altre di legno intagliato e dorato.
Da quel momento, distaccati dal loro contesto originario, i due pannelli passarono nelle collezioni delle Opere Pie Raggruppate e quindi al Museo civico delle Cappuccine di Bagnacavallo.